Se si pensa alla Fanta viene subito in mente il drink gassato all’arancia ma in commercio ne esistono oltre 70 varianti.
Questa bevanda ha avuto una storia molto particolare, iniziata in Germania, passata da Napoli per poi sbarcare definitivamente negli USA. Ecco 5 cose che devi assolutamente sapere se sei un/a fan della Fanta!
5. Le varianti più particolari
Come abbiamo già detto, il successo della Fanta l’ha portata ad essere conosciuta in tutto il mondo. Ad oggi è venduta in quasi 200 Paesi, in oltre 70 varianti. Tra i gusti più particolari c’è sicuramente la Shokata, diffusa soprattutto nei Paesi dell’Est Europa. Si tratta di una rivisitazione di una bevanda molto popolare a base di bacche di sambuco. Le multinazionali, si sa, cercano sempre di assecondare i gusti dei Paesi che raggiungono: in Italia, per esempio, esiste il gusto chinotto e in Francia è stata lanciata, in edizione limitata, la Château Trop Trop Ouf, a base di frutti rossi. Molti paesi, come gli Stati Uniti e Hong Kong, apprezzano molto i gusti mela e uva. In Costa Rica e in altri Paesi del Sud America è stata molto popolare la versione Kolita.
4. La lattina e il logo
Come la Coca-Cola e le bevande più popolari in generale, anche la Fanta ha un logo e una bottiglia facilmente riconoscibili. Sono opera di Raymond Loewy, che presentò oltre 30 progetti e disegni.
3. Da dove arriva il nome
Il nome deriva dalla parola tedesca “Fantasie“, che vuol dire immaginazione. Fanta non è il nome con cui è conosciuta in tutti i Paesi ma è sicuramente il più diffuso in assoluto.
2. Il passaggio da Napoli agli USA
La bevanda che conosciamo oggi, quella al gusto arancia, è stata creata a Napoli nel 1955. Fu il Conte Matarazzo a supportare l’imbottigliatore locale a produrre la bevanda utilizzando gli agrumi, la formula più conosciuta e apprezzata in Italia. Il marchio fu poi acquisito da The Coca-Cola Company nel 1960, che la esportò in tutto il mondo.
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Tutto è iniziato nella Germania nazista
La prima versione della Fanta è nata nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, nel 1940. I rapporti tra la Germania di Hitler e gli USA sono stati notoriamente molto difficili e Max Keith, l’imbottigliatore principale di Coca-Cola in Germania, doveva salvare la sua attività. L’embargo imposto dagli USA non faceva più arrivare lo sciroppo della Cola in Germania, così Keith inventò un’altra bevanda. I prodotti a disposizione, a causa della Guerra, erano molto scarsi così dovette usare davvero molta fantasia, come suggerisce il nome stesso del drink. Siero di latte e fibra di mela da sidro: non proprio entusiasmanti ma di certo fondamentali per la sopravvivenza dell’impianto industriale.
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