E’ il tè numero 1, il più bevuto degli States, esiste in numerose varianti e sono tutte deliziose. Di questa azenda e dei suoi tè forse credete di sapere tutto ma noi vi assicuriamo che non è così.
1. Perchè si chiama AriZona?
Si potrebbe credere che si chiami AriZona perchè è prodotto in Arizona. Sbagliato. In realtà i tè AriZona sono prodotti a Long Island. Il nome invece ha una storia più simpatica: John Ferolito e Don Vultaggio, i due proprietari della compagnia, guardarono una mappa per vedere quali erano i luoghi americani dove faceva più caldo. All’inizio pensarono di chiamarlo Santa Fe, poi si concentrarono su AriZona e il resto, come si dice, è storia.
2. Da dove viene il tè AriZona?
AriZona è un tè fatto bene, ciò significa che non si tratta di una bevanda aromatizzata ma di un tè a tutti gli effetti, prodotto per infusione di foglie di tè provenienti da Cina e India, che poi viene aromatizzato in vari gusti.
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3. AriZona è un tè kosher
Tutti i prodotti dell’azienda, ad eccezione del gusto Grapeade, sono stati certificati kosher e parve. Essi recano il simbolo di certificazione dell’Unione Ortodossa (U.O.). Anche le bevande AriZona a base di caffè sono certificate kosher.
4. Si può bere caldo
C’è chi ama il tè freddo e chi invece lo beve solo caldo. Forse non lo sapevate, ma il tè AriZona si può benissimo bere caldo. Basta versare il contenuto in una tazza e riscaldarlo in microonde. L’azienda assicura che anche riscaldandolo i benefici del tè verde non si perdono: antiossidanti, polifenoli, catechine e flavonoidi rimangono intatti sia che si tratti di tè caldo che di tè freddo.
5. Perchè le confezioni in galloni sono piene fino all’orlo?
Per garantire la freschezza del prodotto senza l’utilizzo di conservanti artificiali, AriZona pastorizza e riempie le confezioni a 185 gradi per eliminare ogni possibile contaminazione. In particolare sui galloni, la confezione viene appositamente riempita a tesa o allargata e poi spremuta in modo che il prodotto riempito a caldo decontamini anche la zona del tappo.
FOTO| Cissurz via Flickr
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