William Rosenberg, il fondatore della catena internazionale di caffè e ciambelle Dunkin’ Donuts, nacque nel 1916 in Massachussets. Il padre perse l’azienda di famiglia a causa della Grande Depressione e Rosenberg fu costretto a lasciare la scuola per dare una mano in casa.
Il suo spirito imprenditoriale era già molto sviluppato, si dice infatti che Rosenberg in quegli anni abbia trasportato un blocco di ghiaccio in un ippodromo del New Hampshire e venduto cubetti di ghiaccio per 10 centesimi l’uno, guadagnando 171 dollari in un solo giorno.
La nascita di Dunkin’ Donuts
Le origini di Dunkin’ Donuts risalgono alla seconda guerra mondiale, quando Rosenberg lavorava in un cantiere navale e si rese conto che gli operai avevano difficoltà a trovare posti dove poter pranzare. Dopo la guerra, Rosenberg prese in prestito 1.000 dollari e usò 1.500 dollari in obbligazioni per avviare un’azienda che chiamò Industrial Luncheon Services e che serviva panini, caffè, ciambelle e snack che vendeva a bordo di vecchi camioncini della compagnia telefonica trasformati in food truck.
Il successo di Dunkin Donuts
Nel 1948 Rosenberg si accorse che metà delle sue vendite provenivano da caffè e ciambelle. Decise quindi di aprire il ristorante Open Kettle, a Quincy in Massachusetts, che vendeva solo caffè e donuts. Fu subito un successo e gli incassi superavano i 5.000 dollari a settimana. Rosenberg però non era contento del nome, così lo ribattezzò Dunkin’ Donuts nel 1950.
In poco tempo, Rosenberg aprì ristoranti Dunkin’ Donuts in tutto il Massachusetts. Il suo primo ristorante in franchising vendeva 52 varietà di ciambelle, praticamente un gusto diverso per ogni settimana dell’anno. Nel 1963, l’azienda aveva aperto il suo 100° ristorante ed ha continuato a crescere esponenzialmente fino ad avere oltre 1.000 sedi nel 1979. Oggi, Dunkin’ Donuts conta più di 12.000 sedi operative in tutto il mondo con 3.200 ristoranti internazionali in 46 paesi.
La storia continua
Nel 1963, il figlio di Rosenberg, Robert, prese in gestione la catena e la guidò fino al 1999. Snellì i menu, passò ai bicchieri di carta e polistirolo, introdusse muffin, bagel, ciambelle (Munchkins), croissant, panini da colazione, Coolatta, e altre bevande.
L’evoluzione dell’azienda continua. Nel settembre 2018 l’azienda ha cambiato il nome sul marchio accorciandolo a Dunkin’. “Il nostro nuovo branding è una delle tante cose che stiamo facendo come parte del nostro progetto di crescita per modernizzare l’esperienza di Dunkin’ per i nostri clienti”, ha detto David Hoffman, CEO di Dunkin’ Brands e presidente di Dunkin’ U.S., in una dichiarazione. “Crediamo che i nostri sforzi per trasformare Dunkin’, pur abbracciando il nostro incredibile patrimonio, manterranno il nostro marchio rilevante per le generazioni a venire”. Oltre alle modifiche al branding, l’azienda, che è il primo rivenditore di ciambelle in America con più di 2,9 miliardi di vendite all’anno, ha installato un sistema di rubinetti a otto teste per le bevande fredde e ha aumentato la sua capacità di gestione degli ordini take-away, aggiungendo una speciale corsia drive-thru per gli ordini fatti in automobile.
FOTO| Sandiegoville
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