Si traduce letteralmente con “dollari per ciambelle” ma sai cosa significa l’idiom “dollars to donuts” e da dove arriva? Il corrispettivo italiano potrebbe essere “scommetto quello che vuoi” perché appunto questa espressione viene utilizzata per riferirsi a qualcosa di cui si è estremamente sicuri. Per questo motivo, quindi, si sarebbe disposti perfino a scambiare dollari per ciambelle – scommettere qualcosa di valore contro qualcosa che vale molto meno – o, per dirla con un’altra espressione italiana, a “mettere la mano sul fuoco”.
Da dove nasce
I primi utilizzi di questa espressione si ritrovano nel 19° secolo, ce n’è traccia in un articolo di giornale pubblicato in Nevada nel 1876. I donuts, ossia le famose ciambelle americane, non sono gli unici protagonisti di questa espressione, a volte vengono sostituiti con bottoni, centesimi e ragnatele ma ad oggi rimangono la scelta più gettonata, anche per l’assonanza tra le due parole, “dollars” e “donuts”, e nel caso dell ciambelle per il fatto che la forma ricordi uno zero. Oltre a quest’ultimo termine si può utilizzare “doughnuts” (ti abbiamo parlato della differenza qui) ed in effetti “dough”, che significa “impasto” ma è un termine che spesso viene utilizzato per riferirsi ai soldi, associati all’impasto del pane, a “portare il pane a casa” (o “to bring home the bacon”). Altre espressioni simili sono “a pound to a penny”, “a dollar to a dime”, strettamente legate al denaro, o espressioni come “to bet one’s boots” o “to bet the farm” legate alla dura vita di campagna.
Donuts, un amore senza fine
Anche se ha perso di popolarità rispetto ad un tempo, “dollar to donuts” rimane la versione più utilizzata di questo idiom. Le ciambelle, dopotutto, sono un prodotto estremamente popolare negli USA (e non solo). Ti basterà sapere che gli Stati Uniti sono considerati la patria dei donuts, resi popolari anche dall’apprezzatissima catena Dunkin’. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, sono sempre di più le attività indipendenti che spuntano da una parte all’altra del Paese, sulla scia di una richiesta crescente di prodotti più ricercati e percepiti come qualitativamente migliori. Il Washington Post ha addirittura realizzato una mappatura dettagliatissima delle tipologie di catene e negozi di donuts sparsi per i vari Stati, le preferenze dei consumatori e la varietà di ciambelle proposte. Il Post ha decretato Providence, Salt Lake City e Dallas come le tre “capitali” dei donuts: la prima per la densità di negozi di ciambelle, la seconda per la varietà, la terza perché unisce entrambe le cose. Se stai pianificando un viaggio negli USA e ami le ciambelle, dai un’occhiata a quell’articolo per farti un’idea più che chiara sulla tua destinazione!
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