Quella del kintsugi è una tecnica millenaria usata in Giappone per riparare pezzi in ceramica come tazze o piatti. Letteralmente, kintsugi si traduce con “riparare con l’oro“, infatti gli oggetti vengono uniti con una polvere d’oro che li rende ancora più particolari e che, come ogni pratica giapponese che si rispetti, racconta molto più che la riparazione di un oggetto di uso quotidiano. Racconta l’idea di imperfezione, fragilità ma anche resilienza, la capacità di rinascere dalle proprie ferite. Il kintsugi è ormai una pratica molto popolare ma nessuno, prima d’ora, aveva pensata di applicarla… ai biscotti.
Un’idea semplice e fuori dagli schemi
La celebre agenzia Leo Burnett, invece, ha deciso di lanciare un prodotto insolito del brand Oreo. Data la quantità di “incidenti” per cui chi acquista biscotti – Oreo ma non solo – si ritrova spesso a doverli mangiare tutti rotti o spezzettati, perché non creare una colla edibile per ripararli? Così viene fuori l’idea della colla Oreo Kintsugi. “Il tuo amore per Oreo non si spezza mai” recita il claim. L’idea di lanciare una colla edibile – che fondamentalmente è crema Oreo extra – che richiedesse anche un impegno da parte dei consumatori nel ricomporre il biscotto è stata piuttosto azzardata, oltre che sopra le righe, ma ha funzionato eccome. Non appena la colla è stata messa in vendita su Amazon è andata a ruba in 24 ore, col risultato che adesso è introvabile.
La promozione, quindi , si è rivelata efficace, destando la curiosità dei consumatori da ogni parte del mondo. Un’idea creativa e divertente basata su una tecnica millenaria che, anche applicata a dei semplici biscotti, potrebbe regalare qualche momento di meditazione… prima di divorarli tutti!
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