Frappuccino: almeno una volta lo avrete di sicuro sentito nominare, molti di voi lo avranno assaggiato in uno dei tanti viaggi all’estero.
Si tratta, infatti, di uno dei “cavalli di battaglia” di Starbucks, la celebre catena di caffè che ha conquistato il mondo. Da poco, tra mille polemiche, è arrivata in Italia con un format ad hoc e, sorpresa sorpresa, niente Frappuccino. A Milano, dov’è sbarcato, non si è fatto vedere per un bel po’. La Starbucks Reserve Roastery, infatti, ha una proposta diversa rispetto alla catena che tutti conoscono ma l’apertura di altri caffè ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai fan della bevanda, il frappuccino non è stato bandito.
Il nome del drink deriva dall’unione delle parole “frappè” e “cappuccino”, ed è un marchio registrato. Anche se si può facilmente riproporre in casa, il Frappuccino di Starbucks è unico e inconfondibile. Si può assaggiare e gustare anche senza avere una caffetteria sotto casa, perché esiste anche in bottiglia.
Frappuccino, com’è fatto
Il nome dice già molto su questa bevanda. Il Frappuccino viene preparato, di base, con caffè, panna e ghiaccio. Si tratta di un drink freddo con tantissime varianti tra cui scegliere. Al caffè, infatti, si aggiungono gusti come la nocciola o il caramello ma anche quelli fruttati. Ci sono voluti molti anni prima che il Frappuccino raggiungesse la popolarità. È arrivato sul mercato nella seconda metà degli anni Novanta, è stato migliorato e perfezionato e in questi ultimi anni ha finalmente trovato il successo. Spropositato, al limite della mania, che ha portato molti dollari alle casse di Starbucks. Il Frappuccino ha così attirato l’attenzione degli italiani, sempre diffidenti in materia di caffè, soprattutto nei confronti degli USA. Inutile dire che ha conquistato anche loro, durante un viaggio all’estero è impossibile non fare tappa in uno dei tanti caffè della catena Starbucks per assaggiarne uno.
Add comment