I Mikado sono dei deliziosi bastoncini di biscotto ricoperti di cioccolato (ne esistono anche altre varianti), che in molti altri paesi sono conosciuti come Pocky.
Prodotti dalla Mondelez in Europa, hanno un nome che richiama un famoso gioco cinese, che conosciamo più comunemente come Shangai. “Snack non convenzionale“, sfizioso e facile da portare dietro, è stato creato in Giappone, prodotto dalla Glico dal 1966. Una delle prime versioni è stata quella alla mandorla, seguita da quella alla fragola, tra le varianti c’è quella al tè verde, cocco, cream cheese, nocciola. Questa volta parleremo dello snack in maniera alternativa, raccontando un caso di cronaca che ruota attorno all’azienda produttrice dei Mikado (o Pocky), noto come Caso Gilco Morinaga.
L’uomo dalle 21 facce
Tutto è iniziato il 18 marzo del 1984, quando due uomini dal volto coperto fecero irruzione in casa di Katsuhisa Ezaki, presidente della Glico, l’azienda che produce tantissimi snack in Giappone. Gli uomini rifiutarono ogni tipo di contrattazione, legarono i familiari di Ezaki e poi lo rapirono per nasconderlo in un magazzino dal quale l’uomo riuscì a scappare dopo tre giorni. Il caso è rimasto praticamente irrisolto e probabilmente è possibile associarlo alla Yakuza, la mafia giapponese. Solo dopo aver rapito Ezaki gli uomini chiesero un riscatto da capogiro, che non ottennero visto che il dirigente riuscì a fuggire. Si verificarono però strani episodi anche in seguito, nei mesi successivi arrivarono varie minacce alla Glico, per esempio una macchina fu incendiata nel quartier generale dell’azienda. La cosa che più destò scalpore fu la notizia dell’esistenza del Mostro dalle 21 facce: un uomo che si faceva chiamare come il personaggio di un romanzo famoso in Giappone, che dichiarava di aver avvelenato alcune caramelle prodotte dalla Glico. A quel punto l’azienda dovette ritirare i suoi prodotti dagli scaffali, la minaccia provocò una crisi che ebbe come conseguenza il licenziamento di oltre 400 dipendenti e la perdita di oltre 20 milioni di dollari. Il Mostro dalle 21 facce non fu identificato con certezza ma fu sospettato un uomo che indossava un cappellino dei Yomiuri Giants, immortalato dalle telecamere di sicurezza di un supermercato mentre metteva una tavoletta di cioccolato della Glico su uno scaffale. Oltre a questo il famigerato Mostro dalle 21 facce continuò a spedire lettere ai media e ad altre aziende, ricattandole. Inviò il suo ultimo messaggio ai media nel 1985.
Foto via Flickr
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