Sì, è vero, la gelatina come dessert fa molto anni Sessanta ma rimane comunque affascinante, per consistenza e colori, soprattutto agli occhi dei bambini.
Per qualcun altro, invece, è proprio inguardabile. C’è invece uno Stato in particolare, negli USA, che impazzisce per la gelatina Jell-O e si tratta dello Utah. Spesso e volentieri, vista la loro alta densità nello stato, la gelatina Jell-O viene associata alle famiglie dei Mormoni. Uno dei motivi è che a livello pubblicitario l’azienda ha sempre puntato sulle famiglie e quelle dei Mormoni sono numerose. Inoltre non possono concedersi vizi come alcol, té e caffè, quindi le gelatine sono un’ottima soluzione per cedere ai peccati di gola senza infrangere le regole.
Lo Utah, dicevamo, ha avuto per molto tempo la più alta percentuale di consumo di Jell-O pro-capite ed è diventata lo snack ufficiale dello Stato nel 2001. Ai giochi olimpici di Salt Lake City l’anno successivo c’era una spilla a forma di ciotola con dentro la gelatina verde che testimoniava il forte legame con lo Stato. Il legame con i Mormoni è diventato ormai un vero e proprio stereotipo, al punto che il Mormon Corridor (una zona che comprende più stati in cui si sono stabiliti i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni) è stata rinominata Jell-O Belt. Per lungo tempo il testimonial della Jell-O è stato Bill Cosby, che ne promuoveva il consumo ricordando l’importanza della condivisione in famiglia. Diciamo che oggi, visto lo scandalo che lo ha convolto, non sarebbe più poi così credibile.
Per chi ha gusti ben più peccaminosi dei Mormoni, le gelatine possono essere usate con l’aggiunta di alcolici: i Jell-O shots sono molto popolari soprattutto alle feste universitarie, la normale preparazione viene alterata con l’aggiunta di una parte di alcol, solitamente vodka o rum. Il cantante e matematico Tom Lehrer sostiene di avere inventato i Jell-O Shots nel 1950: per lui furono una soluzione quando si trovava nell’esercito, per raggirare le restrizioni sull’alcol che vigevano nella caserma in cui si trovava.
Foto via Flickr
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