[vc_row][vc_column][vc_column_text]Tra le catene più famose al mondo c’è senza alcun dubbio Starbucks, una catena di caffetterie che presto arriverà anche in Italia (non senza polemiche).
Attualmente Starbucks possiede oltre 27mila location sparse per il mondo, è diventata famosa per i suoi caffè, i dolci ma anche per la possibilità di accomodarsi a un tavolo e usare il wifi gratuitamente. La catena di caffetterie ormai è diventata icona degli hipster e degli aspiranti scrittori che trascorrono diverse ore tra i divanetti alla ricerca di un’ispirazione, sorseggiando frappuccino o pumpkin spice latte. Molte, moltissime, sono state le imitazioni della catena di coffee house, che continua a mantenere il suo successo intatto nel tempo e che attira sempre l’attenzione dei turisti italiani.
I FONDATORI DI STARBUCKS
Starbucks è nata a Seattle nel 1971 ed è stata fondata tra tre partner: l’insegnante d’inglese Jerry Baldwin, l’insegnante di storia Zev Siegl e lo scrittore Gordon Bowker. Affascinati dalla tostatura dei chicchi di caffè, decisero di buttarsi nell’impresa e scelsero il nome ispiradosi a Starbuck, il primo ufficiale quacchero di “Moby Dick”, dopo un lungo studio sull’efficacia del nome. Il primo locale fu aperto a Seattle dal 1971 al ’76 in Western Avenue per poi essere trasferito in Pike Place. Inizialmente si vendevano solamente i chicchi di caffè tostati, quindi Starbucks nasceva come una torrefazione, poi trasformatasi nel tempo in caffetteria. Nel 1987 i tre proprietari decisero di vendere la catena all’ex manager Howard Schultz, che iniziò a portarla fuori dai confini di Seattle a trasformarla in un progetto di grande successo. Dopo aver aperto locali in moltissimi posti nel mondo, Starbucks ha annunciato l’apertura in uno dei più difficili da gestire: nel 2017, infatti, ha annunciato un’apertura a Milano entro il 2018. Gli italiani sono affezionati al caffè e vedono Starbucks come “un’americanata”, pensano ad una qualità più bassa e a un fenomeno puramente commerciale che potrebbe creare non pochi danni alle piccole attività.
UN LOGO E UNO STILE DI VITA
Storico è ormai anche il logo di Starbucks: pur essendo cambiato nel tempo, raffigura una sirena a due code ed è stato imitato in tutti i modi possibili, anche da molte piccole caffetterie che speravano di poter attirare l’attenzione in modo più subliminale. Consolidandosi negli anni, questa catena di caffetterie ha dato vita ad una vastità di prodotti e collaborazioni incredibili e ha avuto un notevole impatto anche a livello socio-culturale. Essendo una realtà molto in vista in un settore delicato come quello della produzione del caffè, Starbucks ha promosso varie iniziative di stampo ecologico: dal riciclo della carta fino alla sensibilizzazione sugli sprechi; le caffetterie, infatti, iniziarono nel 1999 a regalare i fondi di caffè a chiunque li volesse utilizzare per il compost del proprio orto casalingo. Il milionario Howard Schultz è nato a Brooklyn e arriva da una famiglia di origini modeste, ricorda perfettamente che a 7 anni, vedendo il padre dolorante sul divano a causa di un incidente (era un veterano di guerra) si rese conto che il sogno americano stava attraversando una profonda crisi e pensò alle difficoltà che la sua famiglia stava attraversando. Dopo aver svolto qualsiasi tipo di lavoro, ha scoperto la realtà di Starbucks, dove arrivò come manager per poi coglierne il potenziale e concretizzarlo qualche anno dopo. Con la catena di coffeehouse Schultz è stato in grado di far conoscere agli americani il mondo del caffè e a rafforzare un nuovo modo di vederlo e di viverlo: il take away, andare in giro con il bicchierone con su scritto il proprio nome, sentendosi speciali rispetto a tutti gli altri.
IL SOGNO ITALIANO DI SCHULTZ
Quando ha annunciato l’apertura milanese, Howard Schultz ha ricordato che Starbucks è fortemente collegato all’Italia fin dalle sue origini. Nel 1983, quando era direttore marketing dell’azienda, fece un viaggio a Milano per un evento dedicato al caffè, dove si rese conto di quanto l’espresso fosse importante per gli italiani. Da quel viaggio tornò con molte ispirazioni, rimase incantato dal modo in cui i baristi preparavano il caffè e dal modo in cui trattavano i clienti, sembravano sempre sapere chi avevano davanti. Bere un espresso, in Italia, è spesso una vera e propria esperienza sociale, la stessa esperienza si ripetè a Verona. Al suo ritorno a Seattle, l’entusiasmo fu presto spento dai dirigenti che sostenevano di avere un target diverso in America. Schultz dovette posticipare il suo sogno ma, come avrete capito, è riuscito a realizzarlo, insieme a molti altri. Perfino quello di portare la sua catena in Italia.
I PRODOTTI STARBUCKS SUL NOSTRO STORE
- Le capsule: Rich & Caramelly | Balanced & Nutty |
- I caffè: Verona | House Blend Medium | Colombia
- Frappuccino: Mocha | Vanilla | Coffee |
Photo by madison bilsborough
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