“Tredici” (13 reasons why) è una serie di Netflix che ha suscitato scalpore già un anno fa, con il debutto della prima stagione.
I temi trattati sono tanti e sono molto delicati, a partire dal suicidio. Si parla anche di omofobia, bullismo, il cosiddetto slut-shaming, l’uso delle armi e altre problematiche che riguardano gli adolescenti. La serie è ambientata negli USA, la prima stagione racconta la storia di Hannak Baker attraverso le cassette che ha registrato prima di togliersi la vita. Il titolo della serie, “Tredici“, è il numero di motivi che hanno spinto la ragazza a compiere un gesto così drammatico. Nella seconda stagione della serie che ha spaccato l’opinione pubblica in due, vengono affrontate le conseguenze del gesto di Hannah e l’impatto che ha avuto sulla vita dei familiari, degli amici e delle persone che ha accusato.
Le critiche principali sono state dirette al mondo in cui Netflix ha deciso di affrontare argomentazioni così delicate, rivolgendosi a un pubblico tendenzialmente molto giovane. Il target, infatti, è quello dei teen, gli adolescenti, perché la storia riguarda proprio il loro ambiente. In molti si sono sentiti rappresentati nei problemi affrontati dalla serie, altri hanno criticato il forte rischio di emulazione.
Le critiche sul product placement
Ogni film o serie tv fa un uso più o meno intensivo del product placement. Vale a dire che ci sono dei prodotti specifici che vengono piazzati in alcune scene per fare pubblicità indiretta. Di esempi ce ne sono tantissimi e i marchi possono essere presentati in maniera più o meno esplicita. L’intento è quello di sfruttare la visibilità dei personaggi o delle produzioni per far risaltare l’utilizzo di alcuni brand piuttosto che altri. I teenager sono il target più influenzabile da questo punto di vista e infatti Netflix è stata criticata in particolare per un prodotto: le cuffie Beats by Dr. Dre. Il product placement, soprattutto negli ultimi anni, si è fatto sempre più spudorato e l’esempio lampante è Clay, che indossa le cuffie anche nella locandina della serie. Le ha praticamente sempre addosso e spesso la telecamera indugia per mostrare che le sta usando e il modo in cui lo fa. Allo stesso modo, fanno tendenza abiti, accessori – tecnologici e non – che i protagonisti utilizzano e anche il cibo che mangiano. Considerato il target, gli snack sono davvero dappertutto. Basta dare un’occhiata veloce al drugstore dei genitori di Hannah per rendersene conto. La Coca-Cola appare in moltissime scene, lo stesso vale per la Sprite e il té Arizona. In questo caso la popolarità del té, già famoso, è aumentata dopo la messa in onda di “Tredici“. Il momento in cui si fa un utilizzo ancor più spudorato del product placement è la scena (o le varie scene) in cui Hannah è al cinema insieme a Clay. I due lavorano lì, per cui si dividono tra biglietti da stampare e cibo da somministrare. Non si limitano solo ai popcorn – snack per eccellenza, soprattutto al cinema – ma i brand in vetrina sono tantissimi. Su tutti spiccano Skittles e Reese’s, tra i più popolar negli USA e non sono. Le critiche sono state aspre perché alcune scene sembrano essere dei veri e propri spot (i ragazzi costruiscono una “torre” di snack), una pubblicità molto poco indiretta che rende tutto ancora più artificioso.
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